Barns Courtney live al Fabrique – il cocktail fusion di cui non sapevamo di aver bisogno

Lo scorso 21 Ottobre abbiamo assistito al Fabrique di Milano all’ultima data del “The Grand Union Tour”…

Lo scorso 21 Ottobre abbiamo assistito al Fabrique di Milano all’ultima data del “The Grand Union Tour” che ha visto alternarsi sul palco Barns Courtney e i The Struts. Avendo comprato i biglietti principalmente per rivedere i quattro ragazzi inglesi che mancavano dalla scena italiana dall’estate 2023, e con un po’di anticipata delusione per la loro limitata presenza on stage vista la doppia data, siamo invece rimasti piacevolmente colpiti dal folle anglo-americano che dal 2016 sta spopolando nelle radio e sui palchi USA, collezionando aperture di tutto rispetto come quelle per The Who, The Lumineers, Tom Odell e non ultimi i Blur.

Barns ha fatto irruzione sulla scena musicale con un sound distintivo che fonde elementi rock, blues e indie. La sua voce cruda e graffiante e le sue performance dinamiche hanno conquistato il pubblico di tutto il mondo. Nato a Ipswich, in Inghilterra, e cresciuto a Seattle, Washington, l’educazione bicontinentale di Barns ha influenzato notevolmente la sua musica, conferendole un tocco unico e interculturale. 

Il suo percorso verso la celebrità non è stato però lineare. Dopo che la sua prima band, Dive Bella Dive, è stata abbandonata dalla loro etichetta, Barns si è ritrovato a fare lavori saltuari e a dormire sui divani degli amici. Tuttavia, la sua tenacia ha dato i suoi frutti quando il suo singolo di debutto, “Fire”, è diventato un successo virale nel 2015. Il successo del brano lo ha catapultato sotto i riflettori, facendogli guadagnare posti sui palchi dei principali festival e tour con artisti come The Libertines ed Ed Sheeran.

La musica di Barns è caratterizzata da emozioni grezze e abile narrazione. Tratto distintivo del suo lavoro è la sua capacità di fondere i generi senza soluzione di continuità. La sua ispirazione passa da leggende del rock come The Rolling Stones ad artisti contemporanei come The Black Keys.

 E questa sua propensione alla fusione è evidente nel suo secondo album, “404”, pubblicato nel 2019, dove esplora gioventù perduta e angoscia esistenziale su uno sfondo di ritmi incalzanti e testi suggestivi. Il suo album di debutto, “The Attractions Of Youth”, uscito nel 2017, è stato acclamato dalla critica per il suo suono eclettico e la carismatica esibizione di Barns. Se “Golden Dandelions” è un inno nostalgico con la sua strumentazione lussureggiante e i testi malinconici, catturando un senso di giovinezza e libertà fugace, “Fire”, d’altra parte, è un brano grintoso e potente che esplora temi di resilienza e determinazione, con il suo ritmo incalzante e la voce grezza. È la canzone che lo ha lanciato sotto i riflettori, incarnando il suo spirito ardente. Infine, “Glitter & Gold” combina un ritmo accattivante e trascinante con immagini vivide, creando un brano irresistibilmente antemico che parla della ricerca dei sogni e della brillantezza dell’ambizione. Insieme, queste tracce racchiudono lo stile dinamico di Barns e la sua abilità narrativa.

E‘ con incalzante energia e testi onesti e senza filtri che B.C. ci ha accolti lo scorso 21 Ottobre, dando il via alla serata con una quasi profetica “Fun Never ends”, preannunciando uno spettacolo sconvolgente (e a tratti allucinante). Barns è salito sul palco con il suo carisma inconfondibile, fondendo energia grezza e emozione sincera. Tra nuove uscite e vecchi successi come, Barns Courtney ha trascinato il pubblico evidentemente in estasi, in un’esibizione degna di un rito sciamanico sotto l’effetto di sostanze eccitanti, culminante in un incredibile stage diving durante “Glitter&Gold” tra cori, grida e salti frenetici.

La sua performance è stata un ottovolante di inni rock e ballate soul. Ogni canzone è stata un viaggio, con la voce graffiante di Barns a guidare la strada mentre uno dei tecnici continuava a salire sul palco a rimontare l’asta del microfono che puntualmente veniva sventrata, distrutta e lanciata senza ritegno, in un perpetuo e incontrollabile impeto di entusiasmo.

E il Fabrique sembrava quasi in fiamme quando Barns ha salutato la folla con “Fire” , aprendo però le danze alle nostre Primedonne preferite, i The Struts, che come sempre non ci lasciano a digiuno di carisma, energia e glam rock in tutto il suo splendore dorato. Ma questa è un’altra storia.

La musica di Barns Courtney risuona perché è profondamente personale eppure universalmente riconoscibile. Il suo approccio alla scrittura permette agli ascoltatori di connettersi con le sue esperienze ed emozioni. Che stia cantando un inno energico o una ballata soul, l’autenticità e la passione di Barns Courtney brillano, rendendolo un artista eccezionale nel panorama musicale di oggi.

Linda Flacco

Similar Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Alberto Pani

Blogger

Cresciuto ai piedi delle ridenti colline del Monferrato, tra muri di nebbia sei mesi l’ anno, zanzare incazzate nei sei mesi successivi e bocce di vino rosso sempre e comunque per stemperare il disagio così accumulato.

Chitarrista fuori forma.

Fermamente convinto che 8 volte su 10 le cose si risolvano da sole.

Punto debole: la meteoropatia