Lacuna Coil Sleepless Empire

SLEEPLESS EMPIRE: IL PRESENTE CON LE NOTE DEI LACUNA COIL

Voce femminile e maschile che si alternano, suoni cupi e testi profondi sono tutti gli ingredienti che…

Voce femminile e maschile che si alternano, suoni cupi e testi profondi sono tutti gli ingredienti che fanno dei Lacuna Coil un baluardo della musica dark dagli esordi fino ai giorni nostri. Hanno scritto un pezzo della storia del metal, specialmente del gothic, con Cristina Scabbia che è la prima donna a finire sulla copertina di un magazine metal. Due settimane fa, la band milanese esce con Sleepless Empire, un nuovo album che spinge i toni dei Lacuna a un livello ancora più incisivo di quello a cui ci avevano abituati e che sembra, in parte, tornare alle origini.

Molti fan infatti hanno visto nell’ultimo lavoro della band la fusione perfetta tra gli ultimi Lacuna Coil e i primi. Probabilmente, ipotizza Scabbia, alla radice di questo incontro non ricercato c’è la riscrittura di Comalies, il disco che li ha consacrati alla popolarità nella scena metal e gothic internazionale. In Comalies XX i brani dell’originale del 2002 vengono totalmente ripensati e reinterpretati: diverse le melodie, diversi gli arrangiamenti, diversi i suoni. Tutto in chiave Lacuna Coil 2022.

Ritornando alle origini, la band milanese si sarebbe quindi riappropriata di una sensibilità germinale e autentica, in una specie di riscoperta di sé. Il risultato è un album coeso e forte, in cui passato e presente convergono in un insieme di suoni, pensieri e sensazioni nuovo ma coerente, come un albero i cui rami non hanno paura di espandersi senza, però, mai spezzarne le radici.

Lacuna Coil Sleepless Empire album

Sleepless Empire si presenta, in generale, come un album dal groove incalzante e sempre presente, che dà a ogni brano una spinta potente e continua, senza mai retrocedere di un passo. Suoni e testi sono diretti, senza fronzoli, a volte perfino affilati, risultando in un disco viscerale e profondo.

Secondo alcune recenti dichiarazioni dei due vocalist, l’idea dietro Sleepless Empire è quella di dipingere un ritratto della società moderna, fra l’ansia della performance e dello stare al passo in un mondo sempre più veloce ed effimero e la disconnessione dal mondo reale che deriva dall’iperconnessione cui siamo esposti con i social. Sarebbero questi gli agenti infestanti che fanno dell’intera comunità un impero insonne, imponente nella sua grandezza e inerme perché incapace di fermarsi, trovarsi, vivere.

Lacuna Coil The Siege Sleepless Empire

Nell’album non ci sono molti alti e bassi, ma piuttosto un muro di suono continuo e maestoso, che ben riproduce l’immagine di un impero forte e sostenuto, saldo e mastodontico. Il groove incalzante e incessante sembra riprodurre quell’ansia continua cui siamo esposti. Poche sono le pause e i silenzi sembrano presagire qualcosa; proprio come l’individuo contemporaneo, per cui l’assenza di stimoli sembra una minaccia.

Ad aprire le danze è The Siege, un brano che mostra nei testi una combattività forse inaspettata dato il tema generale. Nel libretto del disco, accanto al testo c’è un’immagine in stile fumetto per ogni brano; per The Siege c’è un cavaliere armato di elmo, spada e scudo, che alza la sua arma contro quello che sembra un titano senza volto, da cui si spargono fiamme e fumo e il cui corpo prende la forma di un teschio con due corna lunghe e appuntite. L’album inizia perciò con un grido di battaglia, prima cantato e poi urlato nella parte finale del brano in un complessivo crescendo di strumentale e melodia.

In Oxygen il crescendo continua: il brano si apre con un urlo di Scabbia che ricorda gli In This Moment, e il ritmo dello strumentale è pressante. Entrambi si sposano perfettamente con il testo, che descrive una condizione di prigionia e oppressione in cui manca il respiro. Torna, però, il richiamo a combattere, a reagire per liberarsi dalle catene.

Scarecrow mantiene la cadenza incessante di Oxygen, ma senza la vena angosciante. Testo, musica e melodia dipingono un’immagine più malinconica: lo spaventapasseri è l’icona dell’individuo moderno, privo di vita e irriconoscibile nella massa, spento e vuoto, solo nella folla. Nel bridge, però, avviene un cambiamento: diventa simbolo di resilienza di fronte alle calamità, pilastro per i corvi, emblema di unicità. Ma nel disegno sul libretto rimane comunque senza identità: i corvi gli hanno mangiato il volto e il suo corpo non è ben definito rispetto al tronco su cui è disteso. Forse, la sua ricerca di senso non poteva compiersi a pieno in un mondo fatto di zombie.

Per quanto il suono sia solido e i testi decisi, le immagini che emergono dall’ascolto dell’album non sono affatto granitiche: in Gravity il tema è la perdita dell’equilibrio e della stabilità per essersi allontanati dalla realtà. Curioso notare come al senso di instabilità corrisponda un mix di cori in latino tipicamente gothic e dell’elettronica utilizzata nel nu metal, un mélange ormai già sentito, ma che rende ancora i confini fra sottogeneri offuscati e indefiniti.

I toni cupi e angoscianti dell’album sembrano essere stemperati dall’ironia di I Wish You Were Dead, brano che è stato pubblicato in occasione di San Valentino in perfetta antitesi con la festa degli innamorati. D’altronde, dai Lacuna non ci aspettiamo certo cuoricini.

Con Hosting the Shadow e In Nomine Patris ritorniamo sulla scia del resto del disco: in entrambi troviamo voci ancestrali che ricordano Our Truth. I toni sono cupi e parlano dei propri demoni e del proprio dolore, che viene accettato o affrontato. Il richiamo alla religione in In Nomine Patris potrebbe essere un invito ad abbracciare la spiritualità – in senso ampio – e a cercare un senso che vada oltre la noiosa quotidianità. I cori tribali riportano a una dimensione viscerale, persa in questa società così social e così poco attenta al sentire personale.

Sleepless Empire Title TrackArriviamo così alla title track. Alla destra del testo di Sleepless Empire nel libretto vediamo un castello in rovina su un teschio che galleggia su un mare di serpenti. Ritorna l’idea di instabilità che avevamo incontrato in Gravity, di cui ritroviamo anche i cori in latino verso la fine del brano. Il ritornello emerge dal resto del pezzo con pause che lo anticipano e la voce di Scabbia che mostra tutta la sua agilità, in una spirale che sembra essere quella del tempo che intrappola tutti i cittadini di questo impero insonne.

Il concetto di immobilità viene ribadito in Sleep Paralysis e In the Mean Time, dove si parla anche della pressione dell’essere perfetti e forti nei momenti più difficili.

Dopo aver abbracciato l’oscurità, il viaggio di Sleepless Empire si conclude con Never Dawn, brano che ritorna alla combattività dell’inizio dell’album con uno stacco magistrale dopo i primi secondi e un ritornello di grandissimo impatto. Il protagonista è però un combattente solitario, non più il “we” di The Siege, ma un “I” disilluso e forte del suo dolore.

Sleepless Empire è un viaggio in un territorio oscuro e impervio, che non è nuovo ai Lacuna Coil, ma acquisisce un nuovo significato. Affronta l’ansia che deriva dalla spinta alla performance e da un tempo che sembra correre troppo veloce in maniera diretta e profonda, ma si sofferma anche sulla perdita di senso e connessione con la realtà che questa fretta e questo apparire comportano. Sleepless Empire invita a riflettere e a non rimanere immobili, ma non cade mai nel cieco ottimismo. Non è una critica al mondo di oggi, né un canto di speranza: è invece un ritratto, nato dalla consapevolezza che queste difficoltà riguardano tutti e che a ognuno spetta farsi carico della propria vita.

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Alberto Pani

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Cresciuto ai piedi delle ridenti colline del Monferrato, tra muri di nebbia sei mesi l’ anno, zanzare incazzate nei sei mesi successivi e bocce di vino rosso sempre e comunque per stemperare il disagio così accumulato.

Chitarrista fuori forma.

Fermamente convinto che 8 volte su 10 le cose si risolvano da sole.

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