Daft Punks: Gli Amyl And The Sniffers E Il Coraggio Di rimanere fedeli a se stessi
Nitrito di amile: nome scientifico della sostanza meglio conosciuta come popper, i cui effetti si esprimono in…
Nitrito di amile: nome scientifico della sostanza meglio conosciuta come popper, i cui effetti si esprimono in un forte aumento del battito cardiaco e nel crollo della pressione arteriosa con conseguente sensazione di abbassamento delle funzioni psicofisiche.
Perché iniziare un serio (?) articolo a tema musicale con la definizione di una sostanza birichina di cui i più smaliziati già conosceranno l’ esistenza (e gli effetti ludici, non fate i furbi che Jesoo vi guarda mentre siete strafatti)?
La risposta alla domanda sta nel nome della band le cui gesta stiamo per andare ad affrontare: gli Amyl And The Sniffers. Che nome cazzuto, direbbe Natalie Portman bambina mentre fissa con malizia un killer in canotta farsi andare di traverso il latte. E non è solo un ottimo biglietto da visita per un gruppo altrettanto cazzuto, ma anche ciò che la frontwoman Amy Taylor spiega riguardo alle caratteristiche della loro musica: “Sniffi, dura 30 secondi e fa venire un gran mal di testa”, come ha dichiarato candidamente durante un’ intervista con il giornalista della BBC Paul Glynn.

Mettiamo subito le carte in tavola: artisti come gli Sniffers, secondo l’ umile parere di chi scrive, sono la cura alla malattia che ha colpito la musica rock dei tempi moderni, e cioè il progressivo conformarsi sempre più alla buona creanza, in senso musicale ma anche a livello mediatico. Siamo circondati da rocker di plastica tutti ipocrisia e ostentazione di buoni sentimenti, che si dichiarano fieri seguaci di diete veggie a base di quinoa e acqua di fonte con il solo scopo di cavalcare il trend del momento, portabandiera di un’ idea di rock ‘n’ roll distopica in cui brani iperprodotti e patinati la fanno da padrone riducendolo a un guscio vuoto fatto di sola apparenza e niente sostanza. Le rockstar sono da sempre dei balordi che hanno passato metà della loro esistenza travolti dai propri drammi personali, probabilmente collassati su una panchina al parco per aver sniffato la colla vinilica (FATTO?), e che improvvisamente sono riusciti a convogliare questa disperazione in una musica che tocca le corde profonde dell’ animo umano con una certa dose di nichilismo e strafottenza, diretta conseguenza dell’ esperienza personale; non c’è bisogno di essere tutti dei bellocci ridotti a progetto di una casa discografica – magari usciti da qualche talent – che si fanno scrivere brani strappamutande da un esercito di autori ben pagati, e che organizzano insieme al proprio management “comportamenti scandalosi” per poi piagnucolare se le visualizzazioni su TikTok della fascia 13-18 sono al ribasso.

Ecco, gli Amyl And The Sniffers invece ci sbattono sul muso una sana attitudine I don’ t give a fuck che in questi tempi bui è rinfrescante come un ghiacciolo ad agosto. Per cominciare sono australiani, di Melbourne per la precisione, e con ogni probabilità l’ essere cresciuti in mezzo a una fauna ostile composta da alligatori golosi di tutto ciò che si muove, ragni grossi come il volante di un’ utilitaria e zotici ubriachi marci 24/7 che Cletus dei Simpson spostati, ha donato loro la giusta carica per prendersela con il fato ingiusto che li ha fatti nascere in un posto così insidioso e non invece, che so, a Busto Arsizio (terrazzo, sgabello, formaggio, borracc.. No, questa è un’ altra storia).
La loro musica è divertente, fa venire voglia di pogare sotto al palco, ed è semplice ai limiti del primitivo: un punk rock di pancia privo di fronzoli e tecnicismi – bandite anche quasi tutte le sovraincisioni, se non per alcune armonizzazioni vocali nei sempre orecchiabili ritornelli – in cui basso e batteria suonano ritmiche drittissime in 4/4, sovrastate da riff di chitarra ignoranti e dalla voce sgraziata ed aggressiva di Amy Taylor, ideale figlia illegittima di una sveltina tra Johnny Rotten e Debbie Harry nel bagno fetido di qualche localaccio, che colpisce come un pugno in faccia l’ ascoltatore con il suo carisma innato e un’ espressività che definire feroce è un eufemismo.

A livello di contenuti, nei lavori finora pubblicati dalla formazione della band nel 2016 – Amyl And The Sniffers del 2019, Comfort To Me del 2021 e il recente Cartoon Darkness del 2024, a cui si aggiungono gli EP Giddy Up e Big Attraction – vengono affrontate tematiche di vita quotidiana con ironia tagliente e una critica alla società odierna sempre puntuale. Per fare qualche esempio, in “Security” la disperazione con cui la poco sobria protagonista implora il buttafuori di lasciarla entrare nel locale è la perfetta metafora del bisogno d’ amore più lancinante, versione musicale di quei messaggi mandati alla fine di una serata particolarmente alcolica PROPRIO alla persona con cui non ci si vorrebbe mostrare così patetici (WILL YOU LET ME IN YOUR HARD HEART, I SWEAR I’M NOT THAT DRUNK!); la paura profonda di una donna priva della libertà di poter camminare per il mondo sentendosi al sicuro e la risoluzione di combattere la violenza con la violenza, in questo caso con l’ aiuto del suo inseparabile coltello a serramanico, è raccontata nell’ autobiografica “Knifey”; il garage rock di “Jerkin'” è un gigantesco dito medio sbattuto in faccia a tutti i benpensanti che hanno idee ben precise su come dovrebbe girare il mondo; la malinconica ballad a tinte quasi western “Big Dreams” ci invita a non farci scappare i nostri sogni dalle mani e a non aver paura di inseguirli ovunque ci possano portare.. si potrebbe proseguire fino a esaurimento discografia. Nulla di particolarmente originale, ma onesto, sanguigno, VERO, come il pranzo di domenica dalla nonna dopo tutta la settimana a nutrirsi della stramaledetta quinoa sopracitata.

Dimentichiamo sempre che il vero potere ce l’ abbiamo noi ascoltatori: se fossimo tutti più consapevoli e non ci accontentassimo della sbobba che i canali mainstream ci propinano, le etichette sarebbero costrette a proporci un’ offerta musicale più valida, fedele a sé stessa e non a logiche di mercato castranti sia per gli artisti che per noi pubblico. Per fortuna ogni tanto succede qualcosa che va fuori dallo schema e dimostra che un’ altra via è possibile, ne abbiamo un recente esempio con Lucio Corsi in Italia. E gli Amyl And The Sniffers rientrano nella stessa categoria, progetti musicali che trasudano onestà e amore per la propria arte, al di là del genere. Siamo ancora in tempo per evitare il Rock ‘N’ Roll Suicide.
alberto pani